Warhol, Achenbach e Jorit guidano la vendita di Blindarte incentrata sul capoluogo campano. Due le sessioni in cui è divisa: una live da Napoli il 10 aprile, l’altra online dal 21 aprile al 10 aprile.
Nelle tante celebrazioni e racconti che Napoli ha vissuto negli ultimi anni – mai come in questo periodo storico la città partenopea è rappresentata in serie tv, film, libri, produzioni musicali – probabilmente non è mai stata organizzata un’asta in suo onore. Ad aggiungere questo ulteriore capitolo ci pensa la (napoletana) Blindarte, che ha preparato un catalogo eloquentemente chiamato Napoli, j’adore!. Una vendita tematica composta da opere d’arte, oggetti di produzione artigianale e manufatti rappresentativi di usi e costumi napoletani o che riguardano la città e la sua storia. Molte di queste realizzate da artisti partenopei, ma anche da autori che hanno soggiornato in città e ne sono rimasti incantati. Si parte dall’arte antica e dalla manifattura napoletana del XVIII e XIX secolo. Pregevole la rara coppia di tazzine in terraglia del XIX secolo, dipinte con splendide Vedute dell’eruzione notturna e diurna del Vesuvio. Ma anche l’importante gruppo presepiale napoletano del ‘700 raffigurante la Natività. In campo pittorico non possono mancare le vedute di piazze e marine napoletane. Molte di queste realizzate dalla Scuola di Posillipo, che raccoglieva i più importanti pittori protagonisti dell’800 napoletano, come Consalvo Carelli, Giordano Lanza, Attilio Pratella e Vincenzo Migliaro. La veduta più suggestiva, però, è probabilmente quella di Oswald Achenbach, che a Napoli arrivò in viaggio. Si tratta di una veduta della Spiaggia di Chiaia al tramonto, datata 1878 e stimata 60-70 mila euro. Un perfetto esempio del fascino travolgente che la città da sempre esercita sui visitatori. A rappresentare il XX e XXI secolo troviamo artisti di origine napoletana tra cui Emilio Notte, Domenico Spinosa, Gianni Pisani, Carlo Alfano, ma anche Lello Esposito, Sergio Fermariello, Giuseppe Perone, Jorit (del quale spicca un ritratto di Maradona), ma anche artisti non napoletani che hanno trascorso un intenso soggiorno nella città partenopea come Andy Warhol. L’artista americano infatti all’inizio degli anni Ottanta ha realizzato per la città la celebre serie dei Vesuvius del 1985 di cui è presentata in asta la celebre serigrafia a colori (stima 30-40 mila euro). Spicca anche la presenza di fashion designer come Ernesto Esposito, con le sue iconiche scarpe, e le richiestissime borse di LEDEFF. Infine, ma assolutamente non meno notevole, la selezioni di costumi ed elementi di scena di alcune importanti rappresentazioni tenute al Teatro San Carlo di Napoli nel corso degli anni passati come: Arianna a Nasso (di R. Strauss, del 1999/2000), La Voix Humaine (di F. Poulenc, del 1994/95), Un ballo in maschera (di G. Verdi, del 1994), il Don Carlo (di G. Verdi, del 1983/84), Macbeth (di G. Verdi, del 1984/88), Falstaf (di G. Verdi, del 2006/07), Lucia di Lammermoor (di Libe G. Donizetti, del 1996/97), Le convenienze ed inconvenienze teatrali (di G. Donizetti, del 1996/97), La Tosca (di G. Puccini, del 2010), La clemenza di Tito (di W.A. Mozart, del 2010) e L’histoire du soldat (di I. Stravinskij, del 1987/88). Una chiosa rara e particolare, che certifica la completezza e la ricercatezza di un catalogo eterogeneo, che affonda realmente nella cultura napoletana proponendo in vendita le sue migliori espressioni creative, valicando generi ed epoche, raccogliendo il fascino unico della città sotto un’esclamazione che non possiamo che condividere: Napoli, j’adore!