Dopo i mega fatturati newyorchesi di Christie’s (864 milioni di dollari) e Sotheby’s (1,1 miliardi), è ancora l’Italia sotto i riflettori del mercato internazionale. A partire da Milano, dove la casa d’aste Il Ponte il 28-29 novembre presenta, con le opere raccolte da Freddy Battino, capo dipartimento, il suo prestigioso catalogo d’arte moderna e contemporanea in cui compare un Bruno Munari futurista, con Buccia di Eva (stima 60-80 mila euro). Esposta per la prima volta alla Galleria Pesaro di Milano nel lontano 1930, l’opera girò l’Europa prima di andare dispersa nel corso della guerra. La sua ricomparsa funge da importante testimonianza del lavoro del primo Munari, oltre che da anticamera a un nucleo di opere futuriste tra cui spicca il prezioso Gino Severini con Paesaggio urbano con luci artificiali del 1913 (35-45 mila). Altrettanto lirico il Cavallo bianco e zebra in corsa in riva al mare (150-250 mila) di Giorgio de Chirico. Un’immagine straniante, come d’altronde lo è l’armadio spaziale firmato Lucio Fontana (50-70 mila) ideato nel 1956 per un’abitazione milanese. Da segnalare le due tele sovrapposte di Paolo Scheggi (70-90 mila e 60-80 mila) e Il bosco d’amore (80-120 mila) lungo quattro metri di Renato Guttuso.
Moderno e contemporaneo a Blindarte
Ancora riflettori puntati sul moderno e contemporaneo. Blindarte il 30 novembre s’interroga su vanità e fedeltà. Caratteristiche che in qualche modo appartengono a tutti i collezionisti, ma soprattutto a Adsum qui feci di Jan Fabre. Il lavoro, proposto a 100-150 mila euro, raffigura l’orologio, emblema di vanità e transitorietà della vita; e poi i cani, che simboleggiano fedeltà, lealtà e devozione. Dell’artista belga è in catalogo anche Battlefield (35-45 mila), dove a combattere non sono soldati ma scarabei dai colori scintillanti. Sempre alla Vanitas fa riferimento il catalogo dell’appuntamento dedicato ad antiquariato, dipinti antichi e del XIX secolo, che Blindarte mette in scena a Napoli nella stessa giornata. Narciso è il bronzo di Vincenzo Gemito (4,5-6 mila) con cui si apre l’appuntamento. In ambito pittorico spiccano gli eleganti accordi cromatici di Micco Spadaro (Lot e le figlie, 20-30 mila); la coppia di oli del maestro settecentesco Giuseppe Bonito, raffiguranti le Allegorie della Clemenza e della Forza (50-60 mila); e la Madonna con Bambino del Padovanino (50-60 mila). Ai primi di dicembre (1-2), a Prato, Farsetti dà il via alle danze con l’asta di Dipinti, Disegni, Sculture e Grafica per poi chiudere la due giorni in bellezza con il Moderno. Punta di diamante della vendita è il Ritratto femminile di Umberto Boccioni, per la prima volta all’incanto e valutato 380-500 mila euro.