Provenienza:
Studio Morra, Napoli, come da timbro sul retro;
Collezione privata, Napoli
Esposizione:
La Follia dell’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva e Gianluca Ranzi, Villa Rufolo, Ravello, luglio – agosto 2010
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Influenzato dall'Arte Informale e dall'Action Painting, Arnulf Rainer (Baden bei Wien, 1929) già degli anni Cinquanta concentra la propria ricerca sugli automatismi psichici, procedono verso una sempre maggiore frantumazione e distruzione della forma. Iniziano così le sperimentazioni ad occhi chiusi, che conducono il suo gesto pittorico alle Centralizzazioni e Verticalizzazioni.
L’opera qui proposta è un importante e riuscitissimo esempio della produzione artistica dell’artista degli anni Ottanta, esposta tra l’altro a Ravello presso Villa Rufolo nel 2010 in occasione della mostra “La Follia dell’Arte”, a cura di Achille Bonito Oliva. L'artista, in un lento processo creativo, aggiunge ininterrottamente strati di colore sulle superfici delle tele "cancellandole" gradatamente, le violente stesure di grafite o di colori a olio sono il risultato di una pittura che vive solo nella sua negazione. «Il nascondere con colori, tratti, strutture grafiche e percorsi cromatici», ha affermato l'artista, «io li vivo come una lotta attiva con il tema, un oscillare tra la sconfitta e la speranza...» un doppio sentimento di avversione e meraviglia per l'atto trasgressivo, ma con un sorprendente risultato finale.