Firma, titolo, data e dimensioni sul retro
Provenienza:
Galleria La Barcaccia, Napoli, come da timbro sul retro
Finarte, Milano, asta del 29 marzo 1990;
Collezione privata
Esposizioni:
Immagini della pittura italiana del secondo dopoguerra, Galleria Civica, Campione d'Italia, da maggio a Luglio 1988, illustrato nel catalogo della mostra a p.14
Opera registrata presso l'Archivio delle opere di Alfredo Chighine, Milano, con numero 150 come da certificato rilasciato in data 20 ottobre 2024
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«Forse, per una prima, sommaria collocazione, si può dire che Chighine è un pittore informale. (E uno dei più grandi, in assoluto. Nel mondo, voglio dire. Anche se tanti critici non se ne sono mai accorti). Ma, certo, si deve dire, subito dopo, che la parola ‘informale’, messa lì a definire la pittura di Chighine, denuncia tutti i suoi limiti. Perché questa parola fa pensare a qualcosa di volutamente caotico – mentre invece nella pittura di Chighine la struttura è sempre solida, evidente nella sua complessità». (Emilio Tadini in: “Alfredo Chighine 1914-1974”, a cura di Elisabetta Longari, Quaderno della Galleria Matasci, 1991)