Provenienza:
Deweer Gallery, Otegem, Belgio, come da certificato;
Collezione privata, Belgio
Esposizioni:
Jan Fabre / Battlefields & Beekeepers, Deweer Gallery, Otegem, Belgium, 1999, illustrato nel catalogo della mostra pubblicato dalla Deweer Gallery;
Jan Fabre - Homo Faber, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten en M HKA, Anversa, Belgio, dal 13 maggio al 15 agosto 2006, illustrato nel catalogo della mostra alle pp. 34-35;
Jan Fabre - The Angel of Metamorphosis, a cura di Marie- Laure Bernadac, Musée du Louvre, Parigi, Francia, 2008;
Jan Fabre - Hortus / Corpus, Kröller-Müller Museum, Otterlo, Olanda, dal 10 aprile al 4 settembre 2011;
Certificato di autenticità firmato dall'artista
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Jan Fabre (Anversa, 1958) è senz’altro uno degli artisti contemporanei più innovativi ed eclettici. Coreografo, regista, scenografo, ma anche autore di sculture, disegni, film, installazioni e performance radicali ha prodotto a partire dagli anni Settanta opere che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, dando forma e verità alle sue ossessioni con un senso della disciplina e della perfezione ineguagliabili. Artista visivo, artista teatrale e autore, usa le sue opere per speculare in modo rumoroso e tangibile sulla vita e la morte, le trasformazioni fisiche e sociali, nonché sull'immaginazione crudele e intelligente che è presente sia negli animali che negli esseri umani.
“Battlefield” è il titolo di una serie di opere che Jan Fabre realizza alla fine degli anni Novanta e che dedica agli insetti e al loro essere parte dell’equilibrio universale di tutte le cose e, contemporaneamente, alla volontà di portare in scena una moderna metafora della guerra. Spesso l’artista sviluppa i concetti che vuole esprimere attraverso visioni legate agli scarabei, anche qui molto presenti, che per lui sono paradigma assoluto dell’essere umano. Com’è immediato intendere già dal nome, in Battlefield il belga va a riprodurre dei campi di battaglia: la particolarità è che al posto dei soldati a sciamare sul terreno vediamo falene e scarabei, affaccendati nello spostamento di fango e in una sincronica marcia verso i bordi del tavolo. Sul tavolo svettano i carapaci verdi dei coleotteri, in grado di assorbire la luce e che in questa situazione un po' vogliono ricordare le armature dei cavalieri medievali (come viene scritto nella presentazione della personale Jan Fabre - Anthropology of a planet allestita a Palazzo Benzon, Venezia, nel 2007): il campo di battaglia così diventa quello dell’umanità tutta, metaforicamente rappresentata dai piccoli animali.