Provenienza:
Niccolò Sprovieri, Londra;
Collezione Graziella Lonardi Buontempo, Roma-Napoli;
Collezione privata, Roma
Esposizioni:
Incontri... dalla collezione di Graziella Lonardi Buontempo, 26 settembre – 2 novembre 2003, Accademia di Francia a Roma, Villa Medici, Roma. Opera illustrata in doppia pagina non numerata nel catalogo della mostra
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Ilya Kabakov (Dnipro, 1933 - New York, 2023) è riconosciuto come il più importante artista russo della fine del XX secolo. Considerato il padre del Concettualismo russo, le sue installazioni parlano tanto delle condizioni nella Russia post-stalinista quanto della condizione umana universalmente.
“To fly or not to fly” è un’importante installazione del 2002. La scritta sembra tracciata in nero sul muro, ma, avvicinandosi, si scopre subito che a formare la frase sono tantIssime piccole mosche (di plastica) incollate sulla parete. La coscienza dell'osservatore coglie immediatamente il senso tragicomico della metafora: infatti le mosche, si sa, hanno un volo disordinato, libero e caotico, mentre qui sono bloccate in un ordine quasi militare tanto da proclamare forte e chiaro che "sono libere".
Nato ai tempi dell’Unione Sovietica, Kabakov ha studiato all'Accademia d'arte VA Surikov di Mosca e ha iniziato la sua carriera come illustratore di libri per bambini negli anni '50, lavorando al di fuori del sistema artistico sovietico ufficiale come alcuni artisti concettuali sovietici. Nel 1988 ha iniziato a lavorare con la sua futura moglie Emilia. Da questo momento in poi, tutto il loro lavoro è stato collaborativo, in proporzioni diverse a seconda dello specifico progetto coinvolto.
Le opere di Ilya & Emilia Kabakov privilegiano fin dall’inizio un gioco sottile di relazioni tra elementi visivi e verbali. Immagini e oggetti legati alla vita quotidiana rincorrono esperienze personali, sullo sfondo l’ascesa e la caduta della mitologia totalitaria, le condizioni di vita nella Russia post-stalinista; elementi che propongono in realtà un’analisi sulla condizione universale dell’uomo, spesso presentando gli aspetti drammatici dell’esistenza, mediati attraverso il filtro dell’ironia. Oggetti ed immagini della vita quotidiana sono così defunzionalizzati della loro dimensione abituale per assurgere a simboli delle profonde contraddizioni della società sovietica e per estensione della società contemporanea. Lo stile dei Kabakov emana una fantasia poetica che è espressione di un mondo sognante, probabilmente memore della sua attività di illustratore per bambini nella Russia degli anni Cinquanta. (Tratto dalla biografia degli artisti a cura del Museo Madre, Napoli).